In questi giorni il tema dell’Intelligenza artificiale è ancora una volta alla ribalta del dibattito pubblico, anche perché è stato tra i punti all’ordine del giorno della riunione italiana del G7 in Puglia. E se il Consiglio dei Ministri ha di recente approvato il disegno di legge con disposizioni e delega al Governo in materia, a maggio scorso il Consiglio UE ha licenziato l’AI Act, ossia l’Artificial Intelligence Act che ha il compito di offrire una regolamentazione complessiva sui sistemi di Intelligenza artificiale.
L’IA rappresenta una delle principali tematiche d’interesse anche nel mondo della logistica: una filiera in continua espansione ed evoluzione, in Italia come nel resto del mondo. In questo comparto l’Intelligenza artificiale ha già iniziato ad agire da protagonista e a rivoluzionare metodi e dinamiche di lavoro. Il riferimento è all’ottimizzazione nella gestione delle scorte, dei magazzini e delle catene distributive, alla pianificazione, all’automatizzazione delle attività di routine. Con l’effetto di migliorare l’efficienza, razionalizzare l’uso degli spazi e ridurre costi e margine di errore. Chiaramente, all’orizzonte ci sono anche vari rischi, come quelli legati alla sostituzione della manodopera umana, agli urgenti e necessari passi avanti nella formazione degli operatori e alla sicurezza informatica. Ciononostante, la marcia dell’IA va avanti e mostra punti di forza pure, ad esempio, nella semplificazione dei processi, nello sviluppo di sistemi di previsione sempre più precisi e nella messa a punto di modelli di assistenza clienti in tempo reale.
Stando ai numeri pubblicati da Innovation Post, l’industria logistica globale rappresenta circa il 10% del Pil mondiale, mentre secondo il report di Mordorintelligence.com il mercato del trasporto merci e della logistica in Europa potrebbe concludere il 2024 con un fatturato superiore ai 1.000 miliardi di dollari. La stessa previsione indica poi che si potranno superare i 1.200 miliardi nel 2029, con un tasso composito di crescita annuale del +4,11% nei cinque anni. Tutti dati che offrono la fotografia di un settore in espansione, con margini di miglioramento che possono essere ampliati proprio grazie all’utilizzo di sistemi di IA.
Come anticipato, sono varie le dinamiche aziendali nelle quali l’Intelligenza artificiale si può inserire, come diversi sono gli strumenti già a disposizione. Come riportato dal Wall Street Journal, la divisione di Uber Technologies “Uber Freight” e la startup “FourKites” hanno sperimentato dei chatbot dedicati agli spedizionieri, i quali possono così fare domande sulle loro operazioni logistiche, ad esempio per conoscere eventuali ritardi sui percorsi. Altri casi di utilizzo sono illustrati sulla piattaforma Digit Export. Il primo è quello della robotica: macchine intelligenti che possono essere utilizzate nelle attività gestionali relative ad operazioni routinarie come la consegna, il trasporto, lo stoccaggio e l’imballaggio. C’è poi il sistema di computer vision, dotato di un occhio digitale, un software e un algoritmo per il riconoscimento di oggetti o attività specifiche e l’invio di comandi volti all’esecuzione di particolari azioni. Altra frontiera è quella dell’analisi predittiva, che consente di effettuare previsioni sull’approccio dei consumatori in modo da ottimizzare il processo di spedizione e migliorare le performance. Venendo all’uso dei big data, grazie all’IA le aziende adesso possono processare in tempi immediati una mole smisurata di informazioni provenienti anche da più fonti, in vista di un’analisi delle statistiche sempre più efficace. I tempi, infine, non sono ancora del tutto maturi per un’altra innovazione che può rivoluzionare ulteriormente anche la logistica: i veicoli autonomi, ossia quelli a guida intelligente non umana.
La logistica insomma è già pienamente oltre il giro di boa rappresentato dall’avvento dell’Intelligenza artificiale. Così, lo scenario presente vede questo mondo in una fase avanzata nell’impiego dei nuovi sistemi di IA, che iniziano a non essere più dei casi isolati, ma ad estendersi su tutta una serie di attività quotidiane delle aziende. Questo modello, peraltro, consente di abbracciare pure un altro filone di grande attualità, quello della sostenibilità: più efficienza nelle spedizioni, per fare solo un esempio, significa infatti meno emissioni e meno impatto ambientale.